Ibn Arabi - Ibn Arabi

al-Shaykh al-Akbar

Ibn ʿArabi
إبن عربـي
Ibn Arabi con gli studenti.jpg
Ibn Arabi con gli studenti
Nato 28 luglio 1165
Morto 16 novembre 1240 (1240-11-16)(75 anni)
Scuola Fondatore di Akbariyya
Interessi principali
influenzato
nome arabo
Personale ( Ism ) Maometto
Patronimico ( Nasab ) ibn ʿAlī ibn Muhammad ibnʿaraboī
Teknonymic ( Kunya ) Abu Abdullah
Epiteto ( Laqab ) Ibn Arabi
Toponomastica ( Nisba ) al-Ḥātimī aṭ-Ṭāʾī

Ibn 'Arabi ( in arabo : ابن عربي ) (1165-1240), nome completo Abū'Abd Allāh Muḥammad ibn' Ali ibn Muhammad ibn al-'Arabî Hatimi al-Ta'i al-Andalusi al-Mursi al-dimashqi (arabo: أبو عبد الله محـمـد بن علي بن محمـد إبن عربـي الحاتمي الطائي ‎), soprannominato al-Qushayri e Sultan al-ʿArifin , era uno studioso , mistico , poeta e filosofo andaluso musulmano , estremamente influente nel pensiero islamico . Delle 850 opere a lui attribuite, circa 700 sono autentiche mentre oltre 400 sono ancora esistenti. I suoi insegnamenti cosmologici divennero la visione del mondo dominante in molte parti del mondo musulmano .

È rinomato tra i praticanti del sufismo con il nome di al-Shaykh al-Akbar ("il più grande shaykh"; da qui deriva il nome della scuola Akbariyya o Akbarian), Muḥyiddin ibn Arabi, ed era considerato un santo . È anche conosciuto come Shaikh-e-Akbar Mohi-ud-Din Ibn-e-Arabi in tutto il Medio Oriente .

Biografia

'Abu' Abdullah Muhammad ibn 'Ali ibn Muhammad ibn `Arabi al-Hatimi at-ta'i ( أبو عبد الله محمد ابن علي ابن محمد ابن عربي الحاتمي الطائي ) era un mistico sufi , poeta e filosofo arabo del Tayy tribù nato a Murcia , Spagna il 17 di Ramaḍān (26 luglio 1165 d.C.).

Ibn Arabi era sunnita , sebbene i suoi scritti sui Dodici Imam siano stati accolti anche dagli sciiti . Si discute se attribuisse o meno allo Zahiri madhab che fu poi fuso con la scuola hanbalita .

Dopo la sua morte, gli insegnamenti di Ibn Arabi si diffusero rapidamente in tutto il mondo islamico. I suoi scritti non erano limitati alle élite musulmane, ma si fecero strada in altri ranghi della società attraverso la vasta portata degli ordini sufi. Il lavoro di Arabi si diffuse anche popolarmente attraverso opere in persiano, turco e urdu. Molti poeti popolari furono formati negli ordini sufi e furono ispirati dai concetti di Arabi.

Altri studiosi del suo tempo come al-Munawi , Ibn 'Imad al-Hanbali e al-Fayruzabadi tutti lodarono Ibn Arabi come ''Un giusto amico di Allah e fedele studioso della conoscenza'', ''il mujtahid assoluto senza dubbio'' e ''l'imam del popolo della shari'a sia nella conoscenza che nell'eredità, l'educatore del popolo della via nella pratica e nella conoscenza, e lo shaykh degli shaykh del popolo della verità attraverso l'esperienza spirituale ( dhawq ) e comprensione''.

Famiglia

L'ascendenza paterna di Ibn Arabi proveniva dalla tribù sudarabica di Tayy , e la sua discendenza materna era berbera nordafricana . Al-Arabi scrive di uno zio materno deceduto, Yahya ibn Yughan al- Sanhaji , un principe di Tlemcen , che abbandonò la ricchezza per una vita ascetica dopo aver incontrato un mistico sufi. Suo padre, 'Ali ibn Muḥammad, prestò servizio nell'esercito di Abū ʿAbd Allāh Muḥammad ibn Saʿd ibn Mardanīsh , il sovrano di Murcia. Quando Ibn Mardanīš morì nel 1172 d.C., suo padre cambiò fedeltà al sultano almohade , Abū Ya'qūb Yūsuf I, e tornò al servizio del governo. La sua famiglia si è poi trasferita da Murcia a Siviglia. Ibn Arabi è cresciuto alla corte regnante e ha ricevuto addestramento militare.

Da giovane Ibn Arabi divenne segretario del governatore di Siviglia . Ha sposato Maryam, una donna di una famiglia influente.

Formazione scolastica

Siviglia , dove Ibn Arabi trascorse la maggior parte della sua vita e della sua educazione

Ibn Arabi scrive che da bambino preferiva giocare con i suoi amici che dedicarsi all'educazione religiosa. Ha avuto la sua prima visione di Dio nella sua adolescenza e in seguito ha scritto dell'esperienza come "la differenziazione della realtà universale compresa da quello sguardo". In seguito ebbe diverse altre visioni di Gesù e lo chiamò la sua "prima guida sulla via di Dio". Suo padre, notando in lui un cambiamento, ne aveva parlato al filosofo e giudice, Ibn Rushd ( Averroè ), che chiese di incontrare Ibn Arabi. Ibn Arabi disse che da questo primo incontro aveva imparato a percepire una distinzione tra la conoscenza formale del pensiero razionale e le intuizioni svelanti sulla natura delle cose. Quindi adottò il sufismo e dedicò la sua vita al sentiero spirituale. Quando in seguito si trasferì a Fez , in Marocco, dove Mohammed ibn Qasim al-Tamimi divenne il suo mentore spirituale. Nel 1200 prese congedo definitivo dal suo maestro Yūsuf al-Kūmī, allora residente nella città di Salé .

Pellegrinaggio alla Mecca

Pagine iniziali del manoscritto Konya delle Rivelazioni meccane , scritto a mano da Ibn Arabi.

Ibn Arabi lasciò l'Andalusia per la prima volta all'età di 36 anni e arrivò a Tunisi nel 1193. Dopo un anno in Tunisia, tornò in Andalusia nel 1194. Suo padre morì poco dopo l'arrivo di Ibn Arabi a Siviglia . Quando sua madre morì alcuni mesi dopo, lasciò l'Andalusia per la seconda volta e viaggiò con le sue due sorelle a Fez, in Marocco nel 1195. Ritornò a Córdoba, in Andalusia nel 1198, e lasciò l'Andalusia attraversando Gibilterra per l'ultima volta nel 1200. Mentre lì, ricevette una visione che gli ordinava di viaggiare verso est. Dopo aver visitato alcuni luoghi del Maghreb , lasciò la Tunisia nel 1201 e arrivò per l' Hajj nel 1202. Visse alla Mecca per tre anni, e lì iniziò a scrivere la sua opera Al-Futūḥāt al-Makkiyya ( الفتوحات المكية ) – 'The Meccan Illuminations '.

Viaggi verso nord

Elenco medievale dei libri di Ibn Arabi.

Dopo aver trascorso del tempo alla Mecca, ha viaggiato in Siria , Palestina , Iraq e Anatolia .

Nel 1204, Ibn Arabi incontrò Shaykh Majduddīn Isḥāq ibn Yūsuf (شيخ مجد الدين إسحاق بن يوسف), originario di Malatya e uomo di grande prestigio alla corte selgiuchide . Questa volta Ibn Arabi stava viaggiando verso nord; prima visitarono Medina e nel 1205 entrarono a Baghdad . Questa visita gli ha offerto la possibilità di incontrare i discepoli diretti di Shaykh 'Abd al-Qādir Jīlānī. Ibn Arabi rimase lì solo per 12 giorni perché voleva visitare Mosul per vedere il suo amico 'Alī ibn 'Abdallāh ibn Jāmi', un discepolo del mistico Qaḍīb al-Bān (471-573 AH/1079-1177 d.C.; قضيب البان) . Lì trascorse il mese di Ramaḍan e compose Tanazzulāt al-Mawṣiliyya (تنزلات الموصلية), Kitāb al-Jalāl wa'l-Jamāl (كتاب الجلال والجمال, "Il libro della maestà e della bellezza") e Kunh mā lā Budda lil-Murī .

Ritorno a sud

Nell'anno 1206 Ibn Arabi visitò Gerusalemme , La Mecca e l' Egitto . Era la prima volta che passava per la Siria, visitando Aleppo e Damasco .

Più tardi nel 1207 tornò alla Mecca dove continuò a studiare e scrivere, trascorrendo il suo tempo con il suo amico Abū Shujā bin Rustem e la famiglia, tra cui Niẓām.

I successivi quattro o cinque anni della vita di Ibn Arabi furono trascorsi in queste terre e continuò anche a viaggiare ea tenere sessioni di lettura delle sue opere in sua presenza.

Morte

La tomba di Ibn Arabi a Damasco

Il 22 Rabī' al-Thānī 638 AH (8 novembre 1240) all'età di settantacinque anni, Ibn Arabi morì a Damasco.

legge islamica

Sebbene Ibn Arabi abbia affermato in più di un'occasione di non aver seguito ciecamente nessuna delle scuole di giurisprudenza islamica , è stato responsabile della copia e della conservazione dei libri della scuola zahirita o letterale, per la quale vi è un acceso dibattito se Ibn Arabi o meno seguito quella scuola. Ignaz Goldziher sostenne che Ibn Arabi apparteneva in effetti alla scuola di giurisprudenza islamica zahirita o hanbalita . Hamza Dudgeon afferma che Addas, Chodkiewizc, Gril, Winkel e Al-Gorab attribuiscono erroneamente a Ibn ʿArabī il non madhhabismo.

Su un manoscritto esistente di Ibn Ḥazm, come trasmesso da Ibn ʿArabī, Ibn ʿArabī fornisce un'introduzione all'opera in cui descrive una visione che ebbe:

“Mi sono visto nel villaggio di Sharaf vicino a Siville; là vidi una pianura su cui sorgeva un'altura. Su questa elevazione il Profeta si fermò, e un uomo che non conoscevo, gli si avvicinò; si abbracciarono così violentemente che sembravano compenetrarsi e diventare una persona sola. Grande luminosità li nascondeva agli occhi della gente. 'Vorrei sapere', pensai, 'chi è questo strano uomo'. Poi ho sentito qualcuno dire: 'Questo è il tradizionalista ʿAlī Ibn Ḥazm.' Non avevo mai sentito il nome di Ibn Ḥazm prima. Uno dei miei shaykh, che ho interrogato, mi ha informato che quest'uomo è un'autorità nel campo della scienza di Hadith .

—  Goldziher, I Ẓāhirī: ​​la loro dottrina e la loro storia (1971)

Goldziher dice: "Il periodo tra il sesto (hijri) e il settimo secolo sembra essere stato anche il primo della scuola Ẓāhirite in Andalusia".

Ibn Arabi a volte approfondiva dettagli specifici ed era noto per la sua opinione che il consenso religiosamente vincolante potesse servire come fonte di legge sacra solo se fosse stato il consenso della prima generazione di musulmani che aveva assistito direttamente alla rivelazione.

Ibn Arabi ha anche esposto le allegorie sufi della sharia sulla base di precedenti lavori di Al-Ghazali e al-Hakim al-Tirmidhi .

Al-Insan al-kāmil

La dottrina dell'uomo perfetto ( Al-Insān al-Kāmil ) è comunemente considerata un titolo onorifico attribuito a Maometto che ha le sue origini nel misticismo islamico, sebbene l'origine del concetto sia controversa e contestata. Arabi potrebbe aver coniato per primo questo termine riferendosi ad Adamo come si trova nella sua opera Fusus al-hikam , spiegato come un individuo che si lega al Divino e alla creazione.

Prendendo un'idea già comune all'interno della cultura sufi, Ibn Arabi ha applicato una profonda analisi e riflessione sul concetto di un essere umano perfetto e sulla propria ricerca nel raggiungimento di questo obiettivo. Nello sviluppare la sua spiegazione dell'essere perfetto, Ibn Arabi discute prima il problema dell'unità attraverso la metafora dello specchio.

In questa metafora filosofica, Ibn Arabi paragona un oggetto riflesso in innumerevoli specchi al rapporto tra Dio e le sue creature. L'essenza di Dio è vista nell'essere umano esistente, poiché Dio è l'oggetto e gli esseri umani gli specchi. Significa due cose; che poiché gli esseri umani sono meri riflessi di Dio non ci può essere distinzione o separazione tra i due e, senza Dio, le creature non esisterebbero. Quando un individuo comprende che non c'è separazione tra l'essere umano e Dio, inizia il cammino dell'unità ultima. Chi decide di camminare in questa unità insegue la vera realtà e risponde al desiderio di Dio di essere conosciuto. La ricerca interiore di questa realtà di unità fa sì che ci si ricongiunga a Dio, così come migliora l'autocoscienza.

L'essere umano perfetto, attraverso questa autocoscienza e realizzazione di sé sviluppate, provoca l'automanifestazione divina. Questo fa sì che l'uomo perfetto sia di origine sia divina che terrena. Ibn Arabi lo chiama metaforicamente un Istmo . Essendo un istmo tra cielo e terra, l'uomo perfetto soddisfa il desiderio di Dio di essere conosciuto. La presenza di Dio può essere realizzata attraverso di lui da altri. Ibn Arabi ha espresso che attraverso l'automanifestazione si acquisisce la conoscenza divina, che chiamò lo spirito primordiale di Maometto e tutta la sua perfezione. Ibn Arabi spiega che l'essere umano perfetto è del cosmo per il divino e trasmette lo spirito divino al cosmo.

Ibn Arabi ha ulteriormente spiegato il concetto di uomo perfetto usando almeno ventidue descrizioni diverse e vari aspetti quando si considera il Logos . Contemplò il Logos, o "Uomo Universale", come mediazione tra l'essere umano individuale e l'essenza divina.

Ibn Arabi credeva che Maometto fosse il primo uomo perfetto che esemplifica la moralità di Dio. Ibn Arabi riteneva che la prima entità messa in esistenza fosse la realtà o l'essenza di Maometto ( al-ḥaqīqa al-Muhammadiyya ), maestro di tutte le creature e un modello di ruolo primario da emulare per gli esseri umani. Ibn Arabi credeva che gli attributi ei nomi di Dio si manifestassero in questo mondo, con la visualizzazione più completa e perfetta di questi attributi e nomi divini visti in Maometto. Ibn Arabi credeva che si potesse vedere Dio nello specchio di Maometto. Sosteneva che Maometto era la migliore prova di Dio e, conoscendo Maometto, si conosce Dio.

Ibn Arabi descrisse anche Adamo, Noè, Abramo, Mosè, Gesù e tutti gli altri profeti e vari Anbiya' Allah (messaggeri musulmani) come uomini perfetti, ma non si stanca mai di attribuire signoria, fonte ispiratrice e rango più alto a Maometto. Ibn Arabi paragona il proprio status di uomo perfetto come un'unica dimensione alla natura globale di Maometto. Ibn 'Arabi fa affermazioni straordinarie riguardo al proprio rango spirituale, ma qualificare questa correlazione piuttosto audace affermando la sua perfezione "ereditata" è solo una singola dimensione della perfezione globale di Maometto.

Reazione

La reazione di Ibn 'Abd as-Salam , uno studioso musulmano rispettato sia dai sostenitori che dai detrattori di Ibn Arabi, è stata degna di nota a causa delle controversie sul fatto che lui stesso fosse un sostenitore o un detrattore. Tutte le parti hanno affermato di aver trasmesso i commenti di Ibn 'Abd as-Salam dal suo studente Ibn Sayyid al-Nas, ma le due parti hanno trasmesso resoconti molto diversi. Ibn Taymiyyah , Al-Dhahabi e Ibn Kathir hanno tutti trasmesso i commenti di Ibn 'Abd as-Salam come critiche, mentre Fairuzabadi , Al-Suyuti , Ahmed Mohammed al-Maqqari e Yusuf an-Nabhani hanno tutti trasmesso i commenti come elogi.

Credo

Il suo libro più noto, intitolato ' al-Futuhat al-Makkiyya ' (Le vittorie o illuminazioni meccane) che inizia con una dichiarazione di dottrina (credenza) su cui al-Safadi (d. 764/1363) disse: "Ho visto ( leggi) che (al-Futuhat al-Makkiyya) dall'inizio alla fine. Consiste nella dottrina di Abu al-Hasan al-Ash'ari senza alcuna differenza (deviazione) di sorta."

Lavori

A Ibn Arabi sono attribuite circa 800 opere, anche se solo alcune sono state autenticate. Ricerche recenti suggeriscono che oltre 100 delle sue opere sono sopravvissute in forma manoscritta, sebbene la maggior parte delle versioni stampate non sia stata ancora modificata in modo critico e includa molti errori. Uno specialista di Ibn 'Arabi, William Chittick , riferendosi alla bibliografia definitiva di Osman Yahya delle opere dell'andaluso, afferma che, delle 850 opere a lui attribuite, circa 700 sono autentiche mentre oltre 400 sono ancora esistenti.

  • The Meccan Illuminations ( Al-Futūḥāt al-Makkiyya ), la sua opera più grande in 37 volumi originariamente e pubblicata in 4 o 8 volumi in tempi moderni, discutendo una vasta gamma di argomenti dalla filosofia mistica alle pratiche sufi e le registrazioni dei suoi sogni/visioni. Comprende 560 capitoli. Nelle edizioni moderne ammonta a circa 15.000 pagine.
  • The Ringstones of Wisdom (tradotto anche come The Bezels of Wisdom ), o Fusus al-Hikam . Composto durante il periodo successivo della vita di Ibn 'Arabi, l'opera è talvolta considerata la sua più importante e può essere caratterizzata come una sintesi dei suoi insegnamenti e credenze mistiche. Si tratta del ruolo svolto dai vari profeti nella rivelazione divina. L'attribuzione di quest'opera (Fusus al-Hikam) a Ibn Arabi è dibattuta e in almeno una fonte è descritta come un falso e una falsa attribuzione a lui ragionando che ci sono 74 libri in totale attribuiti allo sceicco Ibn Arabi di cui 56 sono stati menzionato in "Al Futuhat al-Makkiyya" e il resto menzionato negli altri libri ivi citati. Tuttavia molti altri studiosi accettano il lavoro come genuino.
  • Il Dīwān , la sua raccolta di poesie in cinque volumi, per lo più inediti. Le versioni stampate disponibili si basano su un solo volume dell'opera originale.
  • Lo Spirito Santo nel consiglio dell'anima ( Rūḥ al-quds ), un trattato sull'anima che include un riassunto della sua esperienza da diversi maestri spirituali nel Maghrib. Parte di questo è stato tradotto come Sufi dell'Andalusia , reminiscenze e aneddoti spirituali su molte persone interessanti che ha incontrato ad al-Andalus .
  • Contemplazione dei Santi Misteri ( Mashāhid al-Asrār ), probabilmente la sua prima opera importante, composta da quattordici visioni e dialoghi con Dio.
  • Detti Divini ( Mishkāt al-Anwār ), importante raccolta di Ibn 'Arabī di 101 hadīth qudsī
  • Il Libro dell'annientamento nella contemplazione ( K. al-Fanā' fi'l-Mushāhada ), un breve trattato sul significato dell'annientamento mistico ( fana ).
  • Preghiere devozionali ( Awrād ), una raccolta ampiamente letta di quattordici preghiere per ogni giorno e notte della settimana.
  • Viaggio al Signore del Potere ( Risālat al-Anwār ), un manuale tecnico dettagliato e una tabella di marcia per il "viaggio senza distanza".
  • Il Libro dei giorni di Dio ( Ayyām al-Sha'n ), un'opera sulla natura del tempo e sui diversi tipi di giorni vissuti dagli gnostici
  • The Fabulous Gryphon of the West (' Unqā' Mughrib ), un libro sul significato della santità e il suo culmine in Gesù e il Mahd
  • L'Albero Universale e i Quattro Uccelli ( al-Ittihād al-Kawnī ), un libro poetico sull'Umano Completo e i quattro principi dell'esistenza
  • Preghiera per l'elevazione e la protezione spirituale (' al-Dawr al-A'lā ), una breve preghiera che è ancora ampiamente utilizzata nel mondo musulmano
  • The Interpreter of Desires ( Tarjumān al-Ashwāq ), una raccolta di nasībs che, in risposta ai critici, Ibn Arabi ha ripubblicato con un commento che spiegava il significato dei simboli poetici.
  • Governo Divino del Regno Umano ( At-Tadbidrat al-ilahiyah fi islah al-mamlakat al-insaniyyah ).
  • I Quattro Pilastri della Trasformazione Spirituale ( Hilyat al-abdāl ) un breve lavoro sugli elementi essenziali del Sentiero spirituale

Le illuminazioni meccane (Futūḥāt al-Makkiyya)

Secondo Claude Addas, Ibn Arabi iniziò a scrivere Futūḥāt al-Makkiyya dopo essere arrivato alla Mecca nel 1202. Dopo quasi trent'anni, la prima bozza di Futūḥāt fu completata nel dicembre 1231 (629 AH), e Ibn Arabi la lasciò in eredità a suo figlio. Due anni prima della sua morte, Ibn 'Arabī intraprese una seconda stesura del Futūḥāt nel 1238 (636 AH), che includeva una serie di aggiunte e cancellazioni rispetto alla precedente stesura, che contiene 560 capitoli. La seconda bozza, la più diffusa e utilizzata, fu lasciata in eredità al suo discepolo, Sadr al-Din al-Qunawi . Ci sono molti studiosi che tentano di tradurre questo libro dall'arabo in altre lingue, ma fino ad oggi non esiste una traduzione completa di Futūḥāt al-Makkiyya .

Le cornici della saggezza (Fuṣūṣ al-Ḥikam)

Ci sono stati molti commenti al Fuṣūṣ al-Ḥikam di Ibn 'Arabī : Osman Yahya ne ha nominati più di 100 mentre Michel Chodkiewicz precisa che "questo elenco è tutt'altro che esaustivo". Il primo fu Kitab al-Fukūk scritto da Ṣadr al-Dīn al-Qunawī che aveva studiato il libro con Ibn 'Arabī; il secondo dallo studente di Qunawī, Mu'ayyad al-Dīn al-Jandi, che fu il primo commento riga per riga; il terzo dallo studente di Jandī , Dawūd al-Qaysarī , che divenne molto influente nel mondo di lingua persiana. Una recente traduzione inglese del riassunto del Fuṣūṣ di Ibn 'Arabī , Naqsh al-Fuṣūṣ (L'impronta o modello del Fusus), nonché un commento a quest'opera di 'Abd al-Raḥmān Jāmī , Naqd al-Nuṣūṣ fī Sharḥ Naqsh al -Fuṣūṣ (1459), di William Chittick è stato pubblicato nel Volume 1 del Journal of the Muhyiddin Ibn 'Arabi Society (1982).

Edizioni critiche e traduzioni di Fuṣūṣ al-Ḥikam

Il Fuṣūṣ è stato prima edito criticamente in arabo da 'Afīfī (1946) che è diventato lo standard nelle opere accademiche. Più tardi, nel 2015, la Fondazione Ibn al-Arabi in Pakistan ha pubblicato la traduzione in urdu, inclusa la nuova edizione critica dell'arabo.

La prima traduzione inglese è stata fatta in forma parziale da Angela Culme-Seymour dalla traduzione francese di Titus Burckhardt come Wisdom of the Prophets (1975), e la prima traduzione completa è stata di Ralph Austin come Bezels of Wisdom (1980). Esiste anche una traduzione francese completa di Charles-André Gilis, intitolata Le livre des chatons des sagesses (1997). L'unico commento importante finora tradotto in inglese è intitolato Traduzione di Ismail Hakki Bursevi e commento su Fusus al-hikam di Muhyiddin Ibn 'Arabi , tradotto dal turco ottomano da Bulent Rauf in 4 volumi (1985-1991).

In urdu, la traduzione più diffusa e autentica è stata fatta da Shams Ul Mufasireen Bahr-ul-uloom Hazrat (Muhammad Abdul Qadeer Siddiqi Qadri-Hasrat), ex preside e professore di teologia dell'Università Osmania , Hyderabad . È per questo motivo che la sua traduzione è nel curriculum dell'Università del Punjab. Maulvi Abdul Qadeer Siddiqui ha fatto una traduzione interpretativa e ha spiegato i termini e la grammatica, chiarendo le opinioni dello Shaikh. Una nuova edizione della traduzione è stata pubblicata nel 2014 con brevi annotazioni in tutto il libro a beneficio del lettore urdu contemporaneo.

Per finta

Nella serie televisiva turca Diriliş: Ertuğrul , Ibn Arabi è stato interpretato da Ozman Sirgood . Nel 2017, il romanziere saudita Mohammed Hasan Alwan ha vinto il Premio internazionale per la narrativa araba per il suo romanzo Una piccola morte , un resoconto romanzato della vita di Ibn Arabi.

Guarda anche

Riferimenti

Fonti

A partire da questa modifica , questo articolo utilizza il contenuto di "A Concise biography of Ibn 'Arabi" , che è concesso in licenza in un modo che consente il riutilizzo sotto la licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported , ma non sotto la GFDL . Tutti i termini pertinenti devono essere seguiti.

citazioni

Bibliografia

Libri di Ibn Arabi

Questa è una piccola selezione dei suoi numerosi libri.

In arabo
  • Ibn 'Arabī. Al-Futūḥāt al-Makkiyya , Vols. 1–4. Beirut: np; ristampa fotografica della vecchia edizione del Bulaq 1329/1911 che comprende quattro volumi ciascuno di circa 700 pagine di 35 righe; la dimensione della pagina è 20 per 27 cm. Stampa.
  • Ibn 'Arabī, Ibrāhīm Madkūr e ' Uthmān Yaḥyá . Al-Futūḥāt al-Makkiyya, Vols. 1-14,. al-Qāhirah: al-Hayʼah al-Miṣrīyah al-ʻĀmmah lil-Kitāb, 1972. Stampa. questa è l'edizione critica di Osman Yahya. Questa versione non è stata completata e i 14 volumi corrispondono solo al volume I dell'edizione standard Bulaq/Beirut.
  • Ibn 'Arabī, Fuṣūṣ al-Ḥikam . Beirut: Dar al-Kitab al-'Arabī. Stampa.
  • Ibn 'Arabī. Sharḥ Risālat Rūḥ Al-quds fī Muḥāsabat Al-nafs . Comp. Mahmud Ghurab. 2a ed. Damasco: Naḍar, 1994. Stampa.
  • Ibn 'Arabī. Inshā' al-Dawā'ir , Beirut: Dar al-kutub al-'Ilmiyya. 2004. Stampa.
  • Ibn 'Arabī. Rasā'il Ibn 'Arabī (Ijāza li Malik al-Muẓaffar) . Beirut: Dar al-kutub al-'Ilmiyya, 2001. Stampa.
  • Ibn 'Arabī. Rasā'il Ibn al-'Arabî (Kitāb al-Jalāla) . Hyberadad-Deccan: Dā'irat al-Ma'ārif al-'Uthmāniyya, 1948. Stampa.
  • Ibn 'Arabī. Kitab al Ba' . Cairo: Maktabat al-Qāhira, 1954. Stampa.
  • Ibn 'Arabī, Risālat ila Imām al-Rāzī . Hyberadad-Deccan: Dā'irat al-Ma'ārif al-'Uthmāniyya, 1948. Stampa.
In inglese

Libri su Ibn 'Arabi

  • Addas, Claude, Alla ricerca dello zolfo rosso , Islamic Texts Society , Cambridge, 1993. ISBN  0-946621-45-4 .
  • Addas, Claude, Ibn Arabi: The Voyage of No Return , Cambridge, 2019 (seconda edizione), Islamic Texts Society. ISBN  9781911141402 .
  • Akkach, Samer, La cosmogonia di Ibn 'Arabî e il concetto sufi del tempo , in: Costruzioni del tempo nel tardo Medioevo , ed. Carol Poster e Richard Utz. Evanston, IL: Northwestern University Press, 1997. Pp. 115-42.
  • Titus Burckhardt & Bulent Rauf (traduttore), Astrologia mistica secondo Ibn 'Arabi (La serie Fons Vitae Titus Burckhardt) ISBN  1-887752-43-9
  • Henry Corbin , Solo con il solo; Immaginazione creativa nel Sūfism of IbnʿArabī , Bollingen, Princeton 1969, (ristampato nel 1997 con una nuova prefazione di Harold Bloom ).
  • Elmore, Testamento di Gerald T. Ibn Al-'Arabī sul mantello dell'iniziazione (al-Khirqah) . Journal of the Muhyiddin Ibn 'Arabi Society XXVI (1999): 1-33. Stampa.
  • Elmore, Gerald T. La santità islamica nella pienezza del tempo: Ibn Al-'Arabī's Book of the Fabulous Gryphon . Leida: Brill, 1999. Stampa.
  • Hirtenstein, Stephen (1999). Il Mercificatore illimitato, La vita spirituale e il pensiero di Ibn 'Arabi . Anqa Publishing e White Cloud Press. ISBN 978-0953451326.
  • Hirtenstein, Stephen e Jane Clark. Ibn 'Arabi Digital Archive Project Report per il 2009 Muhyiddin Ibn 'Arabi 1165AD - 1240AD e la Ibn 'Arabi Society. Dicembre 2009. Web. 20 agosto 2010.
  • Knysh, Alexander. Ibn 'Arabi nella tradizione islamica posteriore: la creazione di un'immagine polemica nell'Islam medievale. Albany, NY: SUNY Press, 1999.
  • Torbjörn Säfve, "Var inte rädd" ("Non aver paura"), ISBN  91-7221-112-1
  • Yahia, Osman. Mu'allafāt Ibn ʻarabī: Tārīkhuhā Wa-Taṣnīfuhā . Cairo: Dār al-Ṣābūnī, 1992. Stampa.
  • Youssef, Mohamed Haj. Ibn 'Arabi - Tempo e cosmologia (Londra, Routledge, 2007) (Cultura e civiltà in Medio Oriente).
  • Yusuf, Muhammad Haj. Shams Al-Maghrib . Allepo: Dār al-Fuṣṣilat, 2006. Stampa.

link esterno