Mukataba - Mukataba

Nella legge islamica , un mukataba ( مكاتبة ) è un contratto di manomissione tra un padrone e uno schiavo secondo il quale lo schiavo è tenuto a pagare una certa somma di denaro durante un determinato periodo di tempo in cambio della libertà. Nella letteratura giuridica, gli schiavi che stipulano questo contratto sono noti come mukatab . La scuola Ẓāhirī di giurisprudenza islamica lo considera obbligatorio, mentre Shafa'i , Malikis e Hanafis lo considerano semplicemente raccomandato e mustahabb (lodevole) a farlo. La mukataba è una delle quattro procedure previste dall'Islam per la manomissione degli schiavi.

Riferimenti scritturali

Corano

L'istituzione della mukataba è basata sul Corano [ Corano   24:33 ] :

Il Corano , capitolo 24 ( An-Noor ), versetto 33:

Lascia che coloro che non trovano i mezzi per il matrimonio si mantengano casti, finché Allah non concede loro mezzi per Sua grazia. E se qualcuno dei vostri schiavi chiede un atto per iscritto (per consentire loro di guadagnare la libertà per una certa somma), date loro un atto del genere se conoscete qualcosa di buono in loro: sì, date loro qualcosa voi stessi con i mezzi che Allah ti ha dato. Ma non forzate le vostre ancelle a prostituirsi quando desiderano la castità, affinché possiate trarre profitto dai beni di questa vita. Ma se qualcuno li costringe, tuttavia, dopo tale costrizione, è Allah, perdonatore, misericordioso (con loro),


- tradotto da Abdullah Yusuf Ali


Traslitterazione : Wa Līasta`fifi Al-Ladhīna Lā Yajidūna Nikāĥāan Ĥattá Yughniyahumu Al-Lahu Min Fađlihi Wa ۗ Al-Ladhīna Yabtaghūna Al-Kitāba Mimmā Malakat 'Aymānukum Fakātibūhum' In `Alim āhāhum 'In` Alim āhāhum' In 'Alim āhum Wah Ladhī 'Ātākum ۚ Wa Lā Tukrihū Fatayātikum' Alá Al-Bighā'i 'In' Aradna Taĥaşunāan Litabtaghū `Arađa Al-Ĥayāati Ad-Dunyā ۚ Wa Man Yukrihhunna Fa'inna Al-Laha Minhafāhin 'I


In arabo : وليستعفف الذين لا يجدون نكاحا حتى يغنيهم الله من فضله والذين يبتغون الكتاب مما ملكت أيمانكم فكاتبوهم إن علمتم فيهم خيرا وآتوهم من مال الله الذي آتاكم ولا تكرهوا فتياتكم على البغاء إن أردن تحصنا لتبتغوا عرض الحياة الدنيا ومن يكرههن فإن الله من بَعْدِ إِكْرَاهِهِنَّ غَفُورٌ رَحِيمٌ

Uno schiavo identificato come Subay fece riferimento al suo padrone, Sayyidina Huwaytib bin Abdul Izza, per Kitaba, o una lettera di manomissione, e fu prontamente rifiutato. Il verso in questione fu così rivelato e Huwaytib acconsentì a concedergli l'emancipazione se lo schiavo gli avesse offerto cento dinari, venti dei quali il primo successivamente gli aveva rimesso.

Hadith

Muhammad al-Bukhari , un grande collezionista di hadith , ha due libri riguardanti la manomissione di uno schiavo; Kitab al-'itq (il libro sull'emancipazione) e Kitab al-Mukataba (il libro sui contratti di manomissione) con quest'ultimo che narra un singolo hadith sei volte con varianza nel matn. L'hadith riguarda Barira - una schiava ereditata dai figli di Utba bin Abu Lahab - che consulta Ayesha bisognosa del pagamento del kitaba . Ayesha ha sostenuto che avrebbe potuto invece acquistare Barira e liberarla se stessa in cambio del wala di quest'ultimo , ma gli uomini hanno rifiutato, affermando che il wala è per loro stessi. Muhammad ha confermato le convinzioni di Ayesha.

Ha raccontato 'Aishah (ra) che Barira è venuta a cercare il suo aiuto scrivendo di emancipazione e ha dovuto pagare cinque Uqiya (d'oro) con cinque rate annuali. 'Aishah le disse: "Pensi che se pago l'intera somma in una volta, i tuoi padroni ti venderanno a me, e io libererò te e il tuo Wala' sarà per me". Barira andò dai suoi padroni e parlò loro di quell'offerta. Dissero che non avrebbero accettato se il suo Wala 'non fosse stato per loro. 'Aishah disse inoltre: "Sono andato dal Messaggero di Allah e gliel'ho detto". Allah Messenger le disse: "Compra Barira e manumitala e il Wala 'sarà per il liberatore".

Bukhari fa menzione di uno schiavo noto come Sirin, che possedeva una certa ricchezza, chiedendo l'emancipazione da Musa bin Anas; che avrebbe rifiutato di concedere il contratto. Umar , dopo essere stato consultato dallo schiavo, ordinò che Musa fosse frustata, verbalizzando l'espressione: "Date loro un contratto del genere se trovate qualcosa di buono in loro".

Al-Bukhari ha detto: "Rawh ha narrato da Ibn Jurayj:" Ho detto ad 'Ata', "Se so che il mio servo ha soldi, è obbligatorio per me scrivergli un contratto di emancipazione" Ha detto: "Non lo faccio penso che possa essere tutt'altro che obbligatorio "" Amr bin Dinar ha detto: "Ho detto ad 'Ata', 'Stai narrando questo da qualcuno? Ha detto,' No ', poi mi ha detto che Musa bin Anas gli ha detto che Sirin, che aveva molti soldi, chiese ad Anas un contratto di emancipazione e lui rifiutò. Così andò da "Umar (bin Al-Khattab), che Allah sia soddisfatto di lui, e disse:" Scrivilo per lui. " Ha rifiutato, quindi "Umar lo ha colpito con la sua frusta e ha recitato, (dai loro tale scrittura, se trovi che c'è del buono e dell'onestà in loro). Poi ha scritto il contratto"

Ibn Kathir crede che la narrazione di Bukhari sia disconnessa, ma quella di Abdur Razzaq è Saheeh. In quest'ultimo sono state aggiunte le seguenti modifiche: "Ibn Jarir ha registrato che Sirin voleva che Anas bin Malik scrivesse un contratto di emancipazione e ha ritardato, quindi" Umar gli ha detto: "Dovresti certamente scrivergli un contratto di emancipazione" ".

Legge islamica

Primo Islam

Secondo Joseph Schacht , coloro che stavano ascoltando Maometto pronunciare questo verso "avrebbero dovuto conoscere i dettagli della transazione cui si fa riferimento, e l'interpretazione più rigorosa del passaggio suggerisce che non era identico al contratto di manomissione di mukataba come è stato elaborato in seguito dagli antichi avvocati nel secondo secolo dell'Islam ". La prima interpretazione del verso suggeriva che il mukatab diventasse gratuito dopo aver pagato la metà dell'importo concordato. Un'altra decisione iniziale attribuita allo studioso meccano Ata ibn Rabi Rabah fu che lo schiavo acquisisse la libertà dopo aver pagato tre quarti. La dottrina di una prima scuola di giurisprudenza islamica con sede a Kufa sosteneva che il mukatab diventasse libero non appena ripagò il suo valore; altre opinioni contemporanee erano che il mukatab diventasse libero pro rata con i pagamenti o che diventasse libero subito dopo la conclusione del contratto, essendo i pagamenti al suo padrone debiti ordinari. Alla fine prevalse l'opinione degli studiosi di Kufan ​​e, secondo Schacht, furono messi in circolazione gli hadith a sostegno di questa posizione; prima furono proiettati sui compagni di Maometto e poi su Maometto stesso.

Obbligo del comandante di concedere l'appalto

Si discute tra gli studiosi circa l'obbligo del maestro di concedere questo contratto. La scuola Ẓāhirī di giurisprudenza islamica lo considera obbligatorio, mentre gli shafa'i , i maliki e gli hanafi lo considerano meramente raccomandato e meritevole di lode. Abul A'la Maududi dice: Un gruppo di giuristi ha interpretato questo come "eseguire l'atto di emancipazione con loro", che è obbligatorio per il proprietario accettare l'offerta di uno schiavo per guadagnarsi la sua emancipazione. Questa è l'opinione di Ata, Amr bin Dinar Ibn Sirin, Masruq, Dahhak, Ikrimah, Zahiriyyah e Ibn Jarir Tabari, e anche l'Imam Shafai lo ha favorito all'inizio. L'altro gruppo ritiene che non sia obbligatorio, ma solo raccomandato e lodevole. Questo gruppo include giuristi come Shabi, Muqatil bin Hayyan, Hasan Basri, Abdul Rahman bin Zaid, Sufyan Thauri, Abu Hanifah e Malik bin Anas e l'Imam Shafai in seguito hanno adottato questa visione.

Maududi sottolinea l'affermazione sull'obbligo citando gli Ahadith raccontati da Abdur Razzaq e Bukhari in riferimento a uno schiavo menzionato come Sirin, che possedeva delle ricchezze, chiedendo l'emancipazione a Musa bin Anas; che avrebbe rifiutato di concedere il contratto. Umar, dopo essere stato consultato dallo schiavo, ordinò che Musa fosse frustata, verbalizzando l'espressione: "Date loro un contratto del genere se trovate qualcosa di buono in loro". Maududi afferma che l'argomento contrario propone che un solo incidente non fosse sufficiente per essere dichiarato come prova di tale affermazione. Egli ribatte che "Tutto ciò che si può dire è che Umar, a parte la sua posizione di giudice, era come un padre per i musulmani e avrebbe potuto usare la sua autorità paterna in una questione in cui non poteva intervenire come giudice.

Maududi afferma che la frase, "se conoscete qualcosa di buono in loro:" rende ciò che spetta al maestro di decidere a causa della sua soggettività e della mancanza di standard fissi su ciò che si qualifica come "buono". Ashiq Ilahi cita Umar bin Dinar e Sayiddana Ali come sostenitori della prima parte del verso, "dai loro un tale atto", come l'uso di un tono imperativo, rendendolo quindi obbligatorio. Afferma che Dur al-Manthur ha accreditato l'hadith menzionato in Abu Dawud e Bayhaqi, che includeva la definizione di "buono" di Maometto come riferimento alle proprie abilità e qualifiche per il lavoro e anche suggerendo che vi fosse un'implicazione del fatto che semplicemente proibisse allo schiavo di essere costretto a chiedere . Afferma che l'hadith menziona anche che Allah aiuterà lo schiavo a pagare il suo debito, d'ora in poi il primo deve concentrarsi sul guadagnare un reddito halal. Ibn Kathir riassume questo in questo modo: Questo è un comando di Allah ai proprietari di schiavi: se i loro servi chiedono loro un contratto di emancipazione, dovrebbero scrivere per loro, a condizione che il servo abbia qualche abilità e mezzi di guadagno in modo che lui può pagare al suo padrone il denaro stabilito nel contratto.

Il Mukatib

Ci sono due diversi punti di vista di mukataba tra gli studiosi che causano una divergenza nei dettagli: alcuni chiamano mukataba una "concessione condizionale", mentre altri lo vedono come "riscatto da parte dello schiavo della propria persona". I giuristi di solito disapprovano entrare in una mukataba con una schiava senza una fonte di reddito onesta. La maggioranza delle autorità sunnite ha approvato la manomissione di tutto il " Popolo del Libro ", cioè cristiani ed ebrei, ma secondo alcuni giuristi, soprattutto tra gli sciiti , dovrebbero essere liberati solo gli schiavi musulmani.

Secondo l'opinione della maggioranza dei giuristi musulmani, lo schiavo deve pagare a rate l'importo concordato. I seguaci della scuola hanafi di giurisprudenza islamica accettano un pagamento immediato; gli studiosi della scuola Maliki richiedono una rata, mentre Hanbalis e Shafi'is insistono su almeno due rate. Gli schiavi potevano lavorare in modo indipendente e applicare i loro guadagni per il loro riscatto, oppure lavorare per il padrone. Avendo dato il suo consenso al proprietario non fu permesso di cambiare idea, sebbene lo schiavo avesse una tale opzione. Nel caso in cui lo schiavo diventasse delinquente nell'adempiere ai pagamenti, era obbligato a tornare alla servitù senza qualifica, con il padrone che conservava il denaro già pagato. Alla fine dei pagamenti, uno sconto viene solitamente concesso allo schiavo in conformità con [ Corano 24:33 ] . L'importo dello sconto a seconda delle autorità può essere "fisso o discrezionale, obbligatorio o semplicemente raccomandato".  

L'emancipazione di un mukatab avviene solo quando quest'ultimo ha pagato per intero al padrone l'importo concordato. Il contratto può essere revocato quando lo schiavo è inadempiente con uno dei pagamenti. Il mukatab può ricevere i proventi della carità islamica ( zakat ), ma non ne ha diritto. Quando il mukatab effettua il pagamento finale, ha diritto a uno sconto, in conformità con il testo coranico. Le autorità islamiche non sono d'accordo sul fatto che lo sconto sia obbligatorio o meramente raccomandato e se la sua somma sia fissa o discrezionale. Dopo la manomissione, lo schiavo liberato tramite mukataba rimane un cliente ( mawali ) del suo ex padrone.

La maggior parte degli studiosi musulmani proibisce di vendere lo schiavo dopo aver concluso il mukataba ; gli Hanbalis, in disaccordo con questo punto di vista, sostengono che l'acquirente eredita l'obbligo di liberare il mukatab in base ai termini del contratto di concessione. Il proprietario non può sposare un mukatab senza il suo consenso. La legge islamica proibisce il concubinato con una schiava che ha concluso un mukataba .

Guarda anche

Appunti

Riferimenti

The International Journal of African Historical Studies> Vol. 28, n. 1 (1995), pagg. 1–24